Come nasce il Lambrusco


Ancora pochi giorni all’inizio dell’estate, le zone stanno tornando bianche e ci sembra di poter tirare un sospiro di sollievo per delle giornate in cui il sole ci scalderà e i panorami diventeranno unici.

Con l’avvento della stagione calda, siamo tutti in visibilio per l’idea che arriveranno vacanze indimenticabili e intense ma soprattutto weekend all’insegna delle gite e del gusto, poiché per quasi due anni abbiamo dovuto combattere con un nemico che non ha volto e che impedendoci di vivere una vita normale ha creato in noi squilibri e pensieri, moltiplicati per diverse dosi di stress.

Ora è giunto il momento di uscire di casa (pur sempre con le dovute precauzioni per proteggerci e proteggere altre persone), è arrivato quell’attimo che il respiro si fa intenso e che i nostri occhi guardano ovunque non sia stato possibile guardare in questo infinito lasso di tempo.

Quando pensiamo ai weekend, più che a viaggi veri e propri, pensiamo a qualcosa che possa farci veramente bene per il corpo e la mente e soprattutto non troppo lontano da casa.

A cosa mi riferisco?
Beh per delle ottime gite, noi di sapori di Parma vi consigliamo di visitare le vigne e assaporare i loro frutti e i loro prodotti tipici.
Niente di meglio che un indimenticabile avventura fine settimanale nei vigneti, a conoscere i nostri prodotti locali e a imparare qualcosa in più sulla produzione e sui vitigni.

Una bella coperta adagiata sul prato, una bottiglia di buon Lambrusco, due calici e così inizia il nostro aperitivo del venerdì o del sabato.

Dopo lunghe passeggiate e informazioni processate, ci si ferma per degustare il nostro vino nostrano, il nostro insuperabile Lambrusco.

Ma andiamo a indagare sulla vita di questo ottimo prodotto e cerchiamo di capire come nasce e conosciamolo un po’ di più.

Partiamo con il dire che il termine Lambrusco indica una serie di vitigni a bacca nera e che le uve del Lambrusco sono nere, coltivate maggiormente in Emilia-Romagna nelle province di Modena e Reggio Emilia, nella Provincia di Parma ed in Lombardia nella Provincia di Mantova.

C’è chi dice che il nome derivi da labrum (margine dei campi) e ruscum (pianta spontanea) e quindi “la brusca” sarebbe quella vite che cresce incolta ai margini dei campi.

Altri dicono sia la fusione dei termini labo (prendo) e ruscus (che punge il palato), da qui anche l’origine della parola “brusco” che identifica i vini giovani, con una contenuta acidità e tannini vivaci e gradevoli.
Sicuramente già nel 1567 Andrea Bacci, medico e botanico afferma che “sulle colline di fronte alla città di Modena si coltivano lambrusche, uve rosse, che danno vini speziati, odorosi, spumeggianti per auree bollicine, qualora si versino nei bicchieri” ma bisogna poi attendere fino al 1867 per avere una suddivisione delle tipologie prevalenti dei vitigni coltivati: il lambrusco di Sorbara, il Salamino, il Grasparossa dai quali si ricaveranno tutti i vari tipi di Lambrusco.

Queste pregiate uve sono adoperate per produrre molti vini frizzanti e spumanti in diverse varianti.

Il Lambrusco ad ogni modo è un vino abbastanza leggero e fresco: il tannino e l’effervescenza suoi tipici lo rendono particolarmente adatto ad accompagnare piatti grassi e succulenti, come lo sono i piatti della tradizione emiliana e romagnola.

Nello specifico, il Lambrusco secco, sia spumante che frizzante, è perfetto con i salumi o i primi piatti tradizionali emiliani mentre la versione dolce, sia rosso che rosato, è un vino da dessert, vivace e profumato.

Il Lambrusco si presenta solitamente di un bel colore rosso rubino con intense sfumature violacee, con la spuma fine, spesso rosea nei rossi, evanescente nei frizzanti più persistente negli spumanti. Al naso il Lambrusco è intenso di frutta rossa, rose e spezie mentre al palato sprigiona tutta la sua freschezza e sapidità, soprattutto nelle versioni secche.
Il contenuto alcolico non è elevato e i tannini non sono mai invadenti.
Inoltre dobbiamo sapere che Il Lambrusco è un vino frizzante che possiamo considerare un parente giovane degli spumanti. Infatti entrambi contengono anidride carbonica, ma nel Lambrusco la pressione massima è di 2,5 atmosfere, contro le oltre 3 atmosfere minime degli spumanti.

Il periodo migliore per imbottigliare il vino frizzante è indicativamente compreso tra il mese di febbraio e quello di maggio, quindi se vogliamo poco prima della primavera successiva alla vendemmia.
In questi periodi poi secondo la tradizione da sempre tramandata, è necessario rispettare alcune fasi lunari.

Ora che conosciamo un po’ di più il nostro amato Lambrusco, che ne dite di organizzarci per il weekend e stappare una buonissima bottiglia di questo nettare favoloso per un aperitivo tra amici?